Nuova stretta sull’interruzione di gravidanza del governo ungherese. Le donne ungheresi dovranno ascoltare il battito cardiaco fetale prima di abortire.
Credo sia giusto effettuare un’ecografia prima di procedere con l’interruzione di gravidanza per accertare la vitalità dell’embrione/feto possibilmente posizionando il monitor dell’ecografo in modo che non possa esser visualizzato dalla paziente e sicuramente senza ascoltarne il suono per non traumatizzarla inutilmente, salvo desiderio contrario della donna. Il battito cardiaco dell’embrione/feto può essere semplicemente visualizzato oppure si può calcolarne pure la frequenza (in M-mode) senza dover farne sentire il suono alla donna (che si ottiene con il Doppler Pulsato PW).
I vantaggi?
– L’incidenza di aborti spontanei è fino al 20% circa delle gravidanze confermate. Comunicare alla paziente che si sta per sottoporre ad interruzione volontaria di gravidanza che l’embrione/feto è già privo di vita perché la gravidanza non era evolutiva può cambiare radicalmente il vissuto della donna.
– Una valutazione dell’utero prima di procedere al trattamento che potrebbe evidenziare dei possibili rischi prevenibili (esempio: perforazione uterina in caso di malformazione uterina, emorragia in caso di presenza di fibromi uterini, ecc.)
Far ascoltare alle donne il battito dell’embrione/feto prima della procedura di interruzione di gravidanza credo possa avere delle terrificanti conseguenze psichiche sulla donna se non è quest’ultima a richiederlo. Se si vuole ridurre il numero di aborti volontari sarebbe auspicabile investire maggiormente sull’informazione e sull’educazione, potenziando e valorizzando la rete consultoriale.
A differenza di quella italiana, la legge ungherese prevede che si possa abortire in quattro casi: gravidanza in conseguenza di un reato o violenza sessuale, pericolo per la salute della donna, embrione con handicap fisico grave, situazione sociale insostenibile della donna.