Dott. Loris Marin

Ginecologia, Ostetricia e Medicina della Riproduzione

Trapianto di Tessuto Ovarico


Il mese scorso, gennaio 2023, presso la PMA dell’Azienda Ospedale Università di Padova, Centro Regionale di Preservazione della Fertilità, ho avuto l’onore di partecipare al primo intervento eseguito in Veneto di espianto di tessuto ovarico per crioconservazione a distanza di 10 anni da quando l’ American Society of Reproductive Medicine ha dichiarato non più sperimentale la crioconservazione di ovociti per preservazione della fertilità.

Perché effettuare un intervento chirurgico (laparoscopico) per l’espianto di tessuto ovarico per preservare la fertilità quando la tecnica di scelta è la crioconservazione di ovociti?

La tecnica della criopreservazione di tessuto ovarico rappresenta l’unica opzione per tutte le pazienti che non hanno il tempo di sottoporsi ad una stimolazione ormonale che richiede circa due settimane perché devono iniziare in tempi molto ristretti la terapia chemioterapica oppure nelle bambine in cui non sia possibile la stimolazione follicolare.

I vantaggi della crioconservazione del tessuto ovarico rispetto alla crioconservazione di ovociti sono il ripristino della funzione endocrina dell’ovaio e la possibilità di gravidanza spontanea dopo reimpianto del tessuto ovarico nella pelvi. 

Per il reimpianto del tessuto ovarico è necessario un altro intervento chirurgico (spesso laparoscopico) e si può assistere alla ripresa della funzione ovarica dopo un intervallo di tempo che varia generalmente tra i 2 e gli 8 mesi. Al momento la longevità del tessuto ovarico è molto variabile e gli studi si stanno concentrando per cercare di ampliare questo tempo che al momento arriva fino ai 7 anni per reimpianto. Ad oggi al mondo sono nati circa 200 bambini in tutto il mondo con questa tecnica.

Da dicembre 2019 l’ American Society of Reproductive Medicine ha dichiarato non più sperimentale la crioconservazione e il trapianto di tessuto ovarico.

Esiste una preoccupazione per quanto riguarda la potenziale reintroduzione di cellule tumorali in seguito a trapianto di tessuto ovarico in pazienti affette da tumore. Per le conoscenze attuali, relativamente al rischio di contaminazione è possibile solo stratificare le neoplasie come ad alto, medio o basso rischio di colonizzazione del tessuto ovarico da parte delle cellule

neoplastiche e quindi è possibile dare solo un’indicazione sulla sicurezza del reimpianto del tessuto ovarico.

Viene riportato un “elevato rischio” nelle leucemie, linfoma di Burkitt e neuroblastoma. Tuttavia in letteratura sono riportati casi di gravidanze ottenute dopo il trapianto di tessuto ovarico anche in queste donne.

Per Approfondimenti:

1.        Marin L, Bedoschi G, Kawahara T, Oktay KH. History, Evolution and Current State of Ovarian Tissue Auto-Transplantation with Cryopreserved Tissue: a Successful Translational Research Journey from 1999 to 2020. Reprod Sci 2020;27(4):955–62.

2.        Marin L, Turan V, Oktay K. Fertility Preservation in Breast Cancer Patients. In: Grynberg M, Patrizio P, editors. Female and Male Fertility Preservation. Springer International Publishing; 2022. p. 185–98. Available from: https://doi.org/10.1007/978-3-030-47767-7_14

3.        Oktay KH, Marin L, Petrikovsky B, Terrani M, Babayev SN. Delaying Reproductive Aging by Ovarian Tissue Cryopreservation and Transplantation: Is it Prime Time? Trends Mol Med 2021;27(8):753–61. 

4.        Oktay K, Marin L, Bedoschi G, Pacheco F, Sugishita Y, Kawahara T, et al. Ovarian transplantation with robotic surgery and a neovascularizing human extracellular matrix scaffold: a case series in comparison to meta-analytic data. Fertil Steril 2022;117(1):181–92. 

5.        Oktay, Kutluk. Principles and Practice of Ovarian Tissue Cryopreservation and Transplantation. Elsevier; 2022. 


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